
Il blocco dello scrittore – si sa – è un problema che, ogni tanto, incombe nella vita di tutti coloro che scrivono, professionisti e non. Alla fine è comprensibile. È normalissimo che capiti, in quanto esseri pensanti e non robot programmati per portare a termine una determinata azione all’infinito in un un preciso momento, appena si pigia un tasto.
Nonostante si tratti di un meccanismo comune può comunque infastidire la persona coinvolta. Non a caso, si tratta di un problema che sto vivendo ultimamente. Probabilmente a causa di diversi cambiamenti improvvisi, squilibri emotivi e altri aspetti che emergono inevitabilmente semplicemente vivendo. Più che altro, dal mio punto di vista, è fastidioso il paradosso di questo blocco improvviso. Se mi siedo a scrivere qualcosa in maniera un po’ ‘’forzata’’ (e leggermente meccanica forse) è molto più difficile che fuoriesca qualcosa di buono. Dall’altro lato, invece, capita spesso che in momenti in cui percepisco l’ispirazione, per qualunque inconscio motivo, e mi vengono mi mente temi su cui scrivere, non mi ritrovo in una situazione tale da poter buttar giù quelle parole, frasi e/o testi.
È un paradosso abbastanza divertente, però facilmente comprensibile. Ciò che intendo dire è che, in fin dei conti, tutto ciò che viene da sé naturalmente, senza obblighi e forzature, è sempre incentivato ed inoltre arriva quando meno te lo aspetti. Mentre se si vuole compiere obbligatoriamente un’azione artificialmente risulta molto difficile (o addirittura impossibile) nella sua esecuzione.

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